Paramhansa Yogananda ha detto: Il Kriya Yoga e la devozione o bhakti funzionano come la matematica, danno risultati certi e con queste poche parole ci ha dato l'essenza dell'intero suo insegnamento.
Dobbiamo ripassare gli insegnamenti dei Maestri ancora e ancora, affinché diventino parte delle nostre cellule e anche perché il mondo ci dirà cose completamente contrarie, etichettandoci come dei pazzi visionari e cercando di tirarci verso i suoi giocattoli. Ma in fondo siamo tutti un po’ pazzi e allora perché non schierarsi e scegliere consapevolmente di essere pazzi per Dio?
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Ci sono quattro qualificazioni (Sadhana Chatushtaya) fondamentali nella filosofia dell’Advaita Vedanta che preparano l'aspirante spirituale, o sadhaka, a ricevere e comprendere la conoscenza del Brahman, la Realtà ultima, ma che sono anche condizioni fondamentali per capire se il sadhaka stesso è pronto a intraprendere con successo gli studi vedantici. Esse sono:
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La resurrezione è stata ben compresa dagli yogi più esperti dell'India fin dall'alba dei tempi più remoti. Gesù stesso era uno yogi realizzato: uno che conosceva e aveva padroneggiato la scienza spirituale della vita e della morte, della comunione con Dio e dell'unione con Dio, uno che conosceva il metodo di liberazione dall'illusione per entrare nel regno di Dio. Gesù dimostrò durante la sua vita e la sua morte il suo potere di completa padronanza del corpo e della mente e delle forze della natura, spesso recalcitranti. Comprendiamo la resurrezione nel suo vero senso quando comprendiamo la scienza dello yoga che definisce chiaramente i principi fondamentali attraverso i quali Gesù resuscitò il suo corpo crocifisso nella libertà e nella luce di Dio.
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Il capitolo 14 della Bhagavad Gita, intitolato "Gunatraya Vibhaga Yoga" o "Lo Yoga del discernimento delle Tre Qualità", è uno dei capitoli centrali del testo, in cui Krishna spiega ad Arjuna le tre qualità (guna) della natura materiale: Sattva (purezza, armonia), Rajas (passione, attività) e Tamas (ignoranza, inerzia).
All’inizio del capitolo Krishna dichiara ad Arjuna che sta per esporgli la saggezza suprema, conosciuta la quale ci si stabilisce nel Suo Essere e si ottiene la liberazione finale, per cui non ci si deve più reincarnare, nemmeno dopo la grande Pralaya o dissoluzione finale, con l’inizio di un nuovo ciclo.
Tutto ciò che è in esistenza su questo piano nasce dall’interazione tra Purusha e Prakriti, Spirito e Natura, che sono i genitori di ogni cosa e ogni essere.
La felicità che Dio ci dona è molto più grande di qualsiasi cosa il mondo possa offrire. La Gioia divina dura per sempre, è eterna. Quando qualsiasi altra cosa svanisce, quella gioia rimane.